Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

foto: W. Falcone
ph: Coribello/SalentoSport

LECCE – Falcone saracinesca, Dorgu cecchino, Rebic un esempio: le pagelle del successo veneziano

LE PAGELLE DI VENEZIA-LECCE

Falcone 8,5: Semplicemente insuperabile. Salva le chiappette al Lecce in almeno cinque o sei occasioni, in maniera strepitosa. San Wladimiro da Roma, prega per noi.

Guilbert 6: Si riscatta nel finale sventando un paio di situazioni pericolose, ma per tutto il tempo restante è in affanno sugli avversari, anche perché Pierotti non gli dà mezza mano.

Gaspar 6,5: Giornata di superlavoro contro un avversario che di certo non è un fulmine di guerra. Non tira mai indietro la gamba, nemmeno quando, già ammonito, potrebbe rischiare di andare sotto la doccia in anticipo.

Baschirotto 5,5: Solo nel finale, con l’ingresso di un terzo centrale, è riuscito ad essere decisivo su un paio di palloni alti che stavano per provocare guai seri. Per quasi tutta la gara è in sofferenza continua.

Gallo 6,5: Dopo 70 minuti a inseguire avversari che gli sfrecciano ovunque, Giampaolo gli dà libertà di corsa e lui ne approfitta, galoppando a sinistra e scodellando un pallone perfetto per il destro vincente di Dorgu.

Ramadani 5,5: Svagato per buona parte della gara, fuori tempo, fuori posizione, puntualmente battuto nello scatto secco da Oristanio che naviga da quelle parti. Nullo nell’impostazione, dopo il gol del Lecce si rende utile in un paio di occasioni ma deve darsi una svegliata.

(84′ Kaba) 6: Ritorna in campo e ci mette lo zampino in un paio di contrasti vincenti, utili a fiaccare il morale degli avversari. Serve il miglior Kaba a questa squadra, gli servono minuti nelle gambe, gli serve tornare a ritrovare ritmi, misure e traiettorie di gioco.

Coulibaly 6: Chiude la gara senza ossigeno né forza nelle gambe, ma per due terzi di partita è praticamente l’unico centrocampista in grado di fare un minimo di filtro in mezzo al campo. Rare le occasioni in cui ha potuto creare qualche traccia di gioco offensivo, anche perché non sembra proprio il suo mestiere.

Rafia 5,5: Al 2′ è già ammonito per un pestone e in almeno un paio di altre occasioni rischia il rosso. Rischia grosso anche Giampaolo a lasciarlo in campo sino al 78′ anche perché nel primo tempo, col Venezia in pressing asfissiante, non ha mai trovato spazi per disegnare  tracce di gioco. Qualcosina di buono nella ripresa ma è ancora troppo lento.

(78′ Helgason) 6: Al netto di una punizione offensiva gettata via scriteriatamente al 90′ o giù di lì, l’islandese ha fatto cose buone, pratiche, semplici, dando presenza in mezzo al campo e anche un pizzico di qualità nella costruzione offensiva. Bentornato.

Dorgu 7: Per quasi tutto il primo tempo non vede un pallone ma non è l’unico. Qualche buona chiusura ma anche un paio di palloni persi perché non sapeva cosa farne. Nella ripresa è spietato sul perfetto assist di Gallo, confermandosi, ancora una volta, l’arma in più di questo Lecce. Impatto col piattone destro, non facile per un mancino, ma impatto perfetto per dare ossigeno e tre punti alla squadra.

Krstovic 5: Gira a vuoto, perde palloni su palloni, non riesce mai a dialogare col compagno vicino e non va mai al tiro in porta. Temporeggia un po’ troppo nello scarico a Dorgu o Pierotti in una delle rarissime azioni offensive del primo tempo. Deve fare attenzione: il posto da titolare non è più garantito.

(56′ Rebic) 7: Un esempio per come ha affrontato la mezzora concessagli dal tecnico. Una furia su tutti i palloni e nell’inseguire gli avversari, nella costruzione di qualche scambio di qualità, nel puntare la porta ogni volta che ne aveva la possibilità. Da applausi la rincorsa sull’avversario e la super scivolata con cui gli ha messo la palla in fallo laterale al 90′, col Venezia proteso in avanti a caccia del pari. Ci ripetiamo: da esempio per chi in campo non ci mette grinta, gamba e voglia.

Pierotti 5: Pochissimi palloni toccati, tanta corsa a vuoto sugli avversari, spesso più veloci di lui. Ha inciso zero nella manovra offensiva.

(56′ Jean) 6: Rinforza il settore centrale difensivo che imbarcava acqua da ogni parte. Nulla di eccezionale, ma il nuovo assetto di squadra, anche con un po’ di fortuna, ha cambiato la partita.

All. Giampaolo 6: Voto al risultato finale e all’atteggiamento della squadra dal 70′ in poi. Sembrava di rivedere la partita d’esordio di Gotti a Salerno, due gare fotocopia con gli avversari più volte vicini al gol, il Lecce che vacilla pericolosamente e poi porta a casa tre punti pesanti come un tir carico di pietre. Se i precedenti contano qualcosa, allora il Lecce può ben sperare. Statistiche a parte, la squadra è stata in balia degli avversari per 70 minuti, tenuta in ballo solamente da un immenso Falcone. L’ingresso di Jean, Rebic, Helgason, soprattutto, hanno dato un nuovo assetto alla squadra con tre centrali compatti e due ali che, finalmente, si sono distese sulla fascia, o almeno hanno provato a farlo. Una vittoria strappata con un contropiede letale e difesa coi denti sino al triplice fischio. Ottimi i tre punti che ne valgono sei, ottima una vittoria all’esordio per il morale e per la classifica, ma, come detto dallo stesso Giampaolo nel post-partita, c’è ancora molto da lavorare.