foto: S. Sticchi Damianiph: SalentoSport
LECCE – Sticchi Damiani: “Si riparte: nuovo ciclo triennale, Corvino c’è”. Il punto su società e mercato
Prima conferenza stampa post-season per il Lecce. Stamani, nella sala stampa “Sergio Vantaggiato” del Via del Mare, il presidente Saverio Sticchi Damiani ha fatto il bilancio della stagione appena conclusa e ha tracciato le prospettive per la nuova. Si riparte con un nuovo ciclo triennale con Pantaleo Corvino ancora a comandare le operazioni di mercato. Le parole del presidente.
DA DOVE SI È PARTITI – “Cominciamo una nuova stagione sportiva in Serie A, un privilegio e un’opportunità per questo territorio. Vogliamo partire subito per affrontare al meglio quella che sarà la nona stagione per questa società e la settima personale come presidente. Partimmo con una retrocessione dolorosa in B e con la mazzata Covid, aprimmo un nuovo ciclo che avesse due obiettivi, quello sportivo e quello dell’equilibrio finanziario, e perciò chiesi a Corvino di tornare. Il risultato sportivo lo sfiorammo al primo anno, centrandolo l’anno successivo da primi e a suon di record con mister Baroni. Con un gruppo rinnovato con l’obiettivo di far parte della A nel rispetto negli obiettivi, ossia reinvestendo gli introiti nel club senza creare debito. E, posso dirlo, quest’anno il Lecce chiuder il bilancio in parità e per fare questo serve assumersi dei rischi come fatto dall’area tecnica. Ciò ha portato a fare scelte impopolari con giocatori spesso sconosciuti, eppure il risultato è stato raggiunto, anzi doppio risultato: una società sana e in Serie A. Gran merito a mister Baroni che ha saputo valorizzare il materiale a sua disposizione fino a raggiungere la salvezza prefissata”.
BILANCIO SANO E PRIMAVERA – “Abbiamo un bilancio in equilibrio, giocatori di prima squadra e, a disposizione, una Primavera forte a cui attingere. Abbiamo fatto un’impresa con la Primavera, complimenti a Corvino che ha costruito un gruppo capace di vincere Primavera 2, salvarsi in Primavera 1 e poi vincere lo Scudetto, tutto quasi con lo stesso gruppo che è cresciuto e sono stati fatti investimenti oculati, senza spendere come altri club ma intervenendo su mercati alternativi per mantenere i numeri da Lecce. I ragazzi ora potranno andare in ritiro ed essere valutati per vedere chi potrà avere una chance come quella di Gonzalez. Tra l’altro, ho letto le dichiarazioni di Gravina sulla Primavera, qualche giorno prima fui premiato a Chieti ed elogiò il nostro modello societario. Sono rimasto sorpreso dalle sue dichiarazioni perché, per creare u nmodello sostenibile, bisogna passare per forza da strade come la nostra. Una Primavera di soli italiani è difficile, bisogna andare su mercati meno costosi. Semmai bisognerebbe impedire ai grossi club di saccheggiare il nostro territorio andando dai genitori di bambini piccolissimi, elargendo somme di denaro in modo poco chiaro. Noi abbiamo rispettato tutte le regole e lo Scudetto si vince con la competenza, non comprando tutti stranieri. Si fa morale sulla Primavera poi in prima squadra si gioca con 20 stranieri e noi abbiamo dato anche giocatori alla Nazionale. Bisogna avere coraggio per cambiare le regole, a questo punto, imponendo italiani alle prime squadre”.
NUOVO CICLO TRIENNALE – “Finito questo ciclo, io e Corvino ci siam presi dei giorni per vedere se c’era la forza di ripartire con un ulteriore ciclo, dopo aver dato tutto. Per misurarci continuamente con fondi e proprietà straniere c’è bisogno di voglia ed energie infinite e di cose straordinarie, non normali. Inoltre, per passione, questa piazza è sovradimensionata per le nostre possibilità, visto che siamo settimi o ottavi per numeri ma ultimi per budget. La piazza leccese, come tessuto imprenditoriale, non ha la forza di fare la Serie A, in nessun modo. Nonostante ciò, con tutti gli sforzi, abbiamo presentato un modello apprezzato da tutti. Siamo la squadra più giovane della A, quinta in Europa, con quattro chiamati in Nazionale, una salvezza in tasca e uno Scudetto Primavera. Questo è il Lecce. In questi mesi abbiamo valutato se ci fossero fondi stranieri interessati al Lecce ma non abbiamo incontrati investitori d’alto livello, gli speculatori non ci interessano. Partiamo dall’ultimo posto, con basi differenti ma questo non deve generare facili aspettative: servono gli sforzi di tutti e, noi soci e Corvino, abbiamo deciso di ripartire tutti insieme per un nuovo ciclo triennale. I suoi dubbi erano legati esclusivamente al fatto di avere o meno energie per continuare, visto che non è un ragazzino. Partiamo ultimi in griglia ma vogliamo scavalcare posizioni. In qualche momento abbiamo perso la nostra dimensione, disunendoci e aumentando la possibilità di perdere la Serie A. Siamo soli, se non abbiamo simbiosi andiamo in difficoltà. Il modo in cui siamo strutturati crea condizioni irripetibili: ecco perché molti dei giocatori che hanno partecipato ai nostri successi hanno visto, spesso, nel nostro club, un loro apice. Si sono creati rapporti bellissimi che mi porto dietro. Vedi Umtiti: operazione unica nel suo genere chiusa da Corvino che ha fantasia da vvendere. Un giocatore rilanciato, ciò può far pensare, magari, a qualche campione, che Lecce è il posto giusto per rilanciarsi”.
TIFOSI E CORVINO – “I tifosi sono liberi di sognare e noi vogliamo farli sognare ma ciò non dev’essere un boomerang nei momenti di difficoltà. Bisogna sempre essere uniti. Spero che la chiarezza con cui ho parlato porti la tifoseria a calarsi nel nostro metro. I nostri tifosi sono d’alta classifica, chiedo loro di essere anormali, col massimo dell’umiltà. Fischiare dopo 4-5 sconfitte è normale o legittimo ma noi, essendo giovani, abbiamo bisogno di non sentire il peso di queste situazioni e, quindi, chiedo loro di essere anormali, dandoci sostegno anche dopo 6-7 sconfitte. So che non è facile ma i ragazzi, quest’anno, hanno subito davvero la pressione e la paura di giocare in casa ad un certo punto. I successi raccolti sinora sono soprattutto merito della tifoseria e della curva in partucolare. Non ho però capito la contestazione a Corvino, per me ha dato tutto ciò che poteva dare, questo l’ha amareggiato. Non mi è però nemmeno piaciuto l’attacco che la curva ha subito da qualche giornale e qualche trasmissione. Non può mettere in discussione tutto quello che la curva ha fatto per noi, non si può portare a pensare che la curva gioisca dei nostri insuccessi, dimenticando tutto quello che ha fatto per noi. Sono sincero come sono sincero nel dire che non ho capito quel coro per Corvino e non lo condivido, ma anche questa piccola contestazione non cambia il contesto. Corvino sa che certi corti circuiti possono accadere anche se provare amarezza è normale. Ho provato a spiegare che i potenziali errori sono figli di linee guide societarie, quindi la responsabilità è mia perché il direttore ha operato con le nostre indicazioni. Corvino ha fatto il massimo per quelle che erano le risorse a sua disposizione”.
CALCIOMERCATO, PRIME MOSSE – “Siamo in grado di fare il primo step del calciomercato, riscattando sia Colombo che Falcone, poi toccherà alle società detentrici decidere se controriscattare o meno. Su elementi come Pongracic non abbiamo ancora discusso perché c’è più tempo, essendo solo un riscatto. Ora ci sarà lo step dell’allenatore e Corvino parlerà con chi ci ha portato a certi risultati. Col direttore abbiamo parlato di budget ed è stata trovata una quadra anche su questo. Sarà un budget da Lecce, probabilmente non alla pari con quello altrui ma si innesca su un gruppo già formato, con certezze in più e che non abbiamo necessità di smantellare. Qualora arrivassero offerte importanti ed un giocatore venisse ceduto, si rimodulerebbe il budget e gli introiti andrebbero reinvestiti sul mercato. Il club si è consolidato, potremo investire sui giovani e su quei 3-4 giocatori che potranno farci divertire con la prima squadra. In quest’ottica, un club che vuole fare calcio in modo importante non può non considerare anche l’eventualità orrenda di scendere di categoria. Il mio obiettivo è portare il Lecce quanto più in alto possibile, ma, in assenza di un magnate, non si può fare all-in. Ciò che è cambiato nella nostra mentalità è che scendere ora di categoria non vorrebbe dire fine di un progetto”.