LECCE – Corvino e il rush finale: “Abbiamo costruito una squadra forte, ora speriamo diventi vincente”
Il dt del Lecce Pantaleo Corvino è stato ospite dell’IISS Trinchese di Martano nell’ottica del progetto “Oltre Lo Sport – Gestire, Praticare, Raccontare”, parlando del suo passato, presente e futuro nel mondo del calcio a tinte giallorosse. Ecco le sue dichiarazioni riprese dai colleghi di CalcioLecce.it.
CARRIERA. “Come tanti ragazzi da piccolo aspiravo a diventare un calciatore, sogno abbandonato presto per una carriera in aeronautica. Volevo però tornare nel mondo del calcio che tanto amavo e una volta rientrato nel Salento ho avuto l’occasione di partire dal mio paese, Vernole, risalendo le categorie, arrivando in club più blasonati fino a guadagnarmi la Serie A con il Lecce”.
GIOVANILI. “La mia vocazione non è solo per le prime squadre, ma anche e soprattutto per le squadre giovanili. Ho vinto titoli nazionali con Casarano e Lecce e queste sono degli orgogli davvero importanti, perché non è facile tornare in un certo tipo di vittorie nel profondo sud”.
RITORNO A LECCE. “Sono tornato nella mia terra per amore. Arriva un momento della tua vita in cui vuoi fare delle cose per la tua gente, per il tuo territorio, al di là delle ambizioni personali. Voglio lasciare il calcio provando a riportare in alto il Lecce”.
SCOMMESSE. “Quando sei chiamato a fare di necessità virtù, devi puntare spesso su delle scommesse perché è la disponibilità societaria a richiedertelo. Ne ho fatte tante, alcune le ho perse per forza di cose ma, visti gli esiti delle stagioni varie, forse ne ho vinta qualcuna in più. Ricordo con affetto Mazzeo, scoperto nella mia Vernole e poi arrivato fino alla A con il Verona e che ha giocato anche con il Lecce. E poi Lucarelli, Lima, Vucinic, Chevanton in giallorosso ed i vari Toni, Jovetic e Vlahovic con la Fiorentina, solo per citarne alcuni. E’ importante, da direttore, sapersi prendere delle responsabilità quando si crede in un calciatore. Vlahovic era un ragazzino ma io credevo in lui, così gli ho pagato l’ultimo anno di contratto pur di averlo”.
TRATTATIVE. “Le più difficili della mia carriera sono state quelle di Francioso a Casarano, perché era svincolato e non è stato facile convincere. Poi quella di Lima, che avevo seguito a Zurigo. Questa trattativa fu lunghissima, estenuante, tanto che avevo pensato a come sostituirlo. Io però lo volevo a tutti i costi e riuscii a sbloccare il tutto andando personalmente a trattare. Poi ancora Toni, che era costoso e richiestissimo ma che ripagò ampiamente i miei primi dieci milioni spesi. Anche perché io passo per uno che sa vendere bene, tuttavia per saper vendere devi innanzitutto saper acquistare bene”.
CAMPIONATO. “Arrivati da una retrocessione non è facile ricominciare, soprattutto in tempo di Covid che rende tutto più duro. Siamo però riusciti a creare un Lecce forte ed i risultati lo dimostrano, visti secondo posto, capocannoniere e gol fatti. Siamo a cinque giornate dalla fine, sappiamo di aver fatto un ottimo lavoro per arrivare qui ma questo è solo il primo passo. Il secondo è renderlo vincente, cosa ancor più difficile da fare al primo anno. E’ un’impresa ardua, storica. Saranno queste ultime partite a dirci se saremo in grado di compierla”.
FUTURO. “Abbiamo il compito di risolvere il presente, ma anche di programmare il futuro. Così agli elementi d’esperienza abbiamo affiancato tanti giovani promettenti che ci danno anche basi importanti che vadano oltre questa stagione. C’è gente come Hjulmand, Bjorkengren, Listkowski, Rodriguez e Gallo che hanno visto moltiplicato il loro valore. Sono loro la base su cui costruire il futuro del Lecce”.