foto: Pierret: da ieri in differenziatoph: Coribello/SalentoSport
LECCE – Di nuovo all’ultimo posto ma le altre lottano, giocano e sudano…
Nessuna novità nel percorso di avvicinamento a Lecce-Empoli di venerdì sera. Anche oggi la squadra si è allenata all’Acaya e l’allenatore Luca Gotti non ha potuto disporre appieno di Pierret (neo entrato nella lista dei calciatori che lavorano in differenziato), Berisha, Burnete, Hasa e Marchwinski. Non si conoscono ulteriori dettagli nè su come sta andando il processo di rieducazione dei calciatori infortunati, né sui tempi presunti per poterli riavere a pieno regime. Assente Bonifazi, per cui il processo di rieducazione è decisamente più lungo dopo la distorsione al ginocchio subita il 19 settembre e l’operezione chirurgica del 10 ottobre.
Intanto, con la chiusura dell’undicesimo turno di Serie A, il Lecce è riprecipitato all’ultimo posto in classifica con otto punti, come il Venezia, battuto dall’Inter a San Siro ma dopo aver giocato una gara orgogliosa e senza complessi d’inferiorità, e come il Monza, battuto dal Milan con non poche polemiche arbitrali sollevate dal tecnico dei brianzoli, Alessandro Nesta. Sconfitte per Como, Cagliari e Parma, mentre ritorna a vincere il Verona che mette sotto nientemeno che la Roma. Il Genoa lascia l’ultimo posto a Lecce, Monza e Venezia.
La situazione delle dirette concorrenti per la salvezza è più o meno simile a quella del Lecce, ci sono ben sette squadre racchiuse in un solo punto e il Verona e l’Empoli sono poco più su, pertanto non è ancora il caso di sollevare allarmismi, ma serve un netto cambio di rotta, a partire dal modo in cui si approcciano le partite e dal carattere che si dimostra in campo. Ad oggi la squadra è sembrata soffrire ancora i postumi di Lecce-Parma, ci sono pochi giocatori che provano la giocata, affondano il tackle o tentano un dribbling, forse per la paura di sbagliare. Inevitabile, poi, fare riferimento ai problemi del reparto avanzato, il peggiore d’Italia ma anche dei cinque top campionati europei. Saranno due mesi di sofferenza fino alla riapertura dei mercati, con la speranza che i problemi strutturali della rosa evidenziati molti, tra addetti ai lavori e semplici tifosi, siano tali anche per chi ha la responsabilità dell’area tecnica e per la dirigenza.