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MONDIALI – Deschamps “all’italiana” sfiderà il “Brasile d’Europa”. La finale è Francia-Croazia

Come da copione, le semifinali hanno seguito lo script di un Mondiale che non passerà alla storia per il suo tasso tecnico, ma lo farà per equilibrio ed incertezza palesati. I verdetti sono inequivocabili e, per quanto visto sul campo, giusti: la finale sarà Francia-Croazia. Per l’Italia la magra consolazione di essere tra le finaliste, nel senso che il nostro Paese divide esattamente dal punto di vista geografico le due Nazioni che seguiranno in massa i propri beniamini darsi battaglia per la storia domenica pomeriggio al Luzhniki di Mosca.

Ad aprire le danze tra le semifinaliste è stato il match più atteso, Francia-Belgio. I transalpini che con l’Uruguay avevano per la prima volta riusciti a vincere una sfida in terra russa con più di un gol di scarto, erano chiamati all’impresa di fermare lo scoppiettante attacco belga, e ci sono riusciti alla grande grazie al maestro Deschamps e al suo calcio “all’italiana”, tutto concretezza e zero fronzoli, al più qualche licenza di giocata alla stellina Mbappé, devastante sì ma sono negli spazi aperti. Il prezzo da pagare è stato l’anticalcio (Hazard dixit) a cui hanno assistito i miliardi di spettatori incollati dinanzi la tv per assistere al match, costo ben speso visto che il risultato è stato il pass per la finalissima, la seconda dal 2006 ad oggi e la terza nella storia dei bleus. Il gioco stavolta disorganizzato di Martinez, ancorato stavolta esclusivamente alle singole giocate di un ottimo Hazard e di un pessimo De Bruyne, ha così pagato dazio, punito dall’incornata di Umtiti. Evviva il catenaccio. Anzi, stavolta catenacciò.

“Italia d’Oltralpe” da una parte, “Brasile d’Europa” dall’altra. Sono proprio i tecnicissimi slavi di Dalic ad uscire vincitori da un Croazia-Inghilterra che ha regalato grande emozioni. Inizio tutto britannico, con tanto di eurogol su punizione di Trippier a far sognare i sudditi di Sua Maestà. Quando Lovren e compagni hanno capito che l’unica cosa da fare era non offrire il fianco a Sterling, Alli e Lingard in velocità e non concedere punizioni e corner ai giganti di Southgate, e soprattutto quando i maestri d’orchestra Modric e Rakitic hanno deciso di salire in cattedra, non c’è stata più storia. Pickford, bombardato dai quadrettati avversari, ha retto finché ha potuto, cadendo poi sotto i colpi di Perisic prima e Mandzukic nell’extra-time. L’orda croata, non contenta di aver disintegrato la fino a ieri ottima difesa a tre leoni, ha asfaltato anche un povero e baffuto fotografo il cui unico errore è stato quello di trovarsi sotto la curva dei tifosi biancorossi, venendo sommerso dai festanti vincitori. La Francia è avvisata: Modric e compagni vogliono entrare nell’olimpo del calcio.