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ph: Coribello/SalentoSport

LECCE – Una squadra che che non lotta e che si scioglie in fretta: questa l’urgenza su cui intervenire

Che il Lecce 2024/25 nella versione in cui lo abbiamo visto sin dalla prima giornata abbia una serie di problemi frutto di una serie di errori è fatto abbastanza appurato. Ci sono però delle falle che sono più basilari di altre e la prima di queste risiede della capacità di esprimere le potenzialità a prescindere di quali esse siano. Nel calcio, infatti, non sempre vince il più forte ma quasi sempre vince il più bravo, aggettivo che si può guadagnare in un solo modo: lasciando sul campo ogni minima goccia di sudore, di energia, di voglia di fare il massimo.

Prendiamo in prestito quanto ripetuto allo sfinimento due anni fa da Marco Baroni, uno che tra pregi e difetti ha portato alla salvezza una squadra zeppa di esordienti in Serie A che si è espressa al massimo o quasi delle proprie potenzialità. Ebbene, la sua massima era chiara: l’unica possibilità che aveva il Lecce di poter far punti contro le avversarie, quasi tutte tecnicamente notevolmente superiori, era quella di dare il 100% di ciò che poteva. In parole povere, se parti con gap tecnici, e questo volenti o nolenti ci può stare, e ciononostante passeggi sul rettangolo verde e sei trasparente nell’opposizione all’avversario, la sconfitta, talvolta contenuta talaltra fragorosa, è l’unica possibilità.

Questo Lecce quindi non lotta? Sì, questo Lecce non lotta. E’ ormai evidente che quanto visto con Cagliari e Torino è l’eccezione che conferma la regola e non il contrario. Questo perché in tutte le altre uscite i giallorossi si sono sciolti ai primi colpi inferti dall’avversario. L’imbarcata interna con un’Atalanta che sbloccato il punteggio ha calato il poker in scioltezza, i 3 minuti finali con il Parma, i 5 da incubo con il Milan, il quarto d’ora finale senza riuscire a superare la metà campo a Udine, il più grande obbrobrio mai visto al Via del Mare ieri (contro una squadra che, con tutto il rispetto, non è neppure lontanamente paragonabile all’Inter del Fenomeno o all’Atalanta pre-Covid, per citare due ben diverse imbarcate subite): chiamarli “solo” indizi o casi isolati sarebbe un insulto all’intelligenza di un po’ tutti.

I giallorossi non hanno nemmeno mostrato la bozza di una capacità di reagire, stendendo tappeti rossi agli avversari in modo anche imbarazzante. Zero quadra tattica, zero orgoglio, zero voglia di ricambiare sul campo l’appoggio incondizionato mostrato loro dalla gente. Tra i tanti aspetti su cui bisognerà intervenire (compreso il mercato a gennaio, ma questo è purtroppo ancora molto lontano e bisogna arrivarci con una dose di punti decenti), quello mentale, del carattere, della voglia appare al momento il primo. Perché se non ci sei con la mentalità (ti vedi già altrove con una maglia più “blasonata”? Sei stato un po’ troppo protetto da alibi evitabili? Entrambe cose difficili da affermare con certezza ed ancor più da negare) non c’è modulo o qualità che tengano.

(Alessio Amato, calciolecce.it)