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foto: A. Rebic
ph: Coribello/SalentoSport

LECCE – La svolta di Venezia: fortuna, cambio di sistema e cambi azzeccati. Più conferme o più novità contro la Juve?

Non c’è dubbio che la vittoria del Lecce a Venezia sia stata accompagnata da una buone dose di fortuna. Quella fortuna che, invece, mancò a Torino contro i granata e in casa contro il Parma. Diciamo che il Lecce ha recuperato due dei quattro punti lasciati per strada tra Torino e Parma.

Se avessimo messo sul piatto della bilancia, da un lato il bel gioco e dall’altro i tre punti, chiunque, oggi, avrebbe scelto la seconda opzione. Il Lecce ha bisogno di salvarsi, non può star lì a pettinare le bambole, e i tre punti sono stati fortunati e benefici

Quello che preoccupa è lo stato catalettico della squadra per 70 minuti, surclassata e sovrastata da un avversario che è sicuramente alla sua portata, che ha sbagliato l’impossibile sotto porta (anche per via di Wladimiro Falcone) e che ha puntato molto sul pressing feroce in fase di riconquista del pallone che ha mandato in crisi Baschirotto e compagni.

Splendida l’azione del gol, con un possesso palla prolungato fatto di una quindicina di tocchi fino al piattone di Dorgu che ha beffato l’estremo veneziano. Il cambio di passo è arrivato nel momento in cui il Venezia ha cominciato la stanchezza e Giampaolo ha optato per il cambio di modulo, passando dal 4-2-3-1 di serie al nuovo 3-4-2-1 con l’ingresso di Jean. Quei 20 minuti più recupero hanno fatto vedere un Lecce più ordinato, centrato e ben predisposto al contrattacco veloce, grazie soprattutto alle sgroppate di Antonino Gallo a sinistra ma anche ad una linea di centrali difensivi più compatta, ad un Helgason che ha fatto delle cose buone e ad un Rebic che ha fatto vedere ai suoi compagni di reparto che vuol dire giocare con la voglia di mangiarsi l’erba.

Che Lecce rivedremo contro la Juventus? Difficile dirlo. Giampaolo, almeno contro il Venezia, ha fatto capire che, per lui, non c’è preclusione su nulla, né di uomini, né di schemi. Vedremo se anche contro una Juve funestata da infortuni si comincerà col canonico 4-2-3-1 o se saranno previste soluzioni alternative, meno standard ma più pratiche.