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LECCE – Gotti senza paura: “Intensità e coraggio, solo così possiamo battere la Roma”

Esordio casalingo nel lunedì di Pasquetta per Luca Gotti, neo tecnico del Lecce che esordirà davanti al pubblico amico ospitando la Roma. Un appuntamento certo non semplice ma che vuole affrontare con coraggio, come dichiarato anche nel corso della conferenza stampa odierna.

Il tecnico parte dal lavoro svolto durante la sosta: Quanto ho conosciuto la squadra? Credo di più loro hanno conosciuto me, in verità pur cercando un corso accelerato non ho la presunzione di dire di aver capito. Ogni giorno colgo particolari positivi, negativi e sfumature dei giocatori. In queste soste per le nazionali abbiamo da una parte lavorato con un gruppo ristretto implementato coi Primavera a cui faccio i complimenti per la vittoria di oggi con l’Inter, una cosa bella. C’è esigenza di dare un contributo fisico, è l’ultimo che si può dare lontano dalla partita e può aiutare negli ultimi mesi di campionato. Abbiamo lavorato dal punto di vista fisico e ho cercato di conoscere i ragazzi in campo e fuori dal campo, non essendo più nella giostra dei primi giorni ho riguardato le partite in casa e fuori e ho studiato. I nazionali sono entrati da tre giorni e hanno fatto due allenamenti di calcio, sto cercando di riportarli al compito leccese”.

A Salerno c’è stata già una nuova impronta. Gotti ha ricevuto però nuove indicazioni dal gruppo: “Ho provato diverse soluzioni, cambiato ruolo a diversi giocatori, ho testato alcune cose, modificato l’assetto della squadra perché ho fatto delle idee. Ci sono giocatori su livelli simili di rendimento ma con caratteristiche diverse. Non sono sicuro su chi merita di giocare, il rendimento è analogo ma le caratteristiche sono diverse. Ogni partita richiede diverso atteggiamento. A Salerno, tra momento dell’avversario, calendario e cose che l’avevano preceduta, dovevamo vincere a ogni costo. Il risultato era prioritario, ma tante cose di calcio non mi sono piaciute. Mi auguro di avere nuove risorse, una mia percezione che si rivela positiva, anche di fattori imprevisti, non è sempre facile e ho cercato nuovi ingredienti”.

Ci sono certamente aspetti da migliorare: “Non ho insistito sulle transizioni. Ho lavorato sul consolidamento del possesso senza regalare palla all’avversario, a un certo punto il mantra era difendiamo il fortino. Non possiamo fare così nove partite in Serie A. Dobbiamo avere il coraggio di gestire la partita con tranquillità con la palla e poi fare la fase offensiva. Ho lavorato più su questo. Piccoli ancora esterno a Salerno e altre situazioni per contrastare la Roma? Ho ragionato molto su questi fattori e valutato diverse opzioni, che sono aperte. Ho spostato giocatori in varie parti del campo per dare 

La difesa ha già mostrato passi avanti: “Ci sono tante componenti. Ho spesso allenato formazioni di medio bassa classifica. Ci sono atteggiamenti da campo e da squadra, ci si può permettere degli atteggiamenti. Se i centrali sono lenti, non è il caso del Lecce, ci può essere pressione alta. Questo cambia il baricentro della partita. Spostandosi come ottica, ho lavorato tantissimo sui calci da fermo, sfumature e cambiare alcune cose che da piccole diventano grandi. A Salerno abbiamo concesso due occasioni grosse sullo sviluppo del calcio da fermo e gestione susseguente, qui dobbiamo migliorare in base alle caratteristiche. Aspetti piccoli che diventano grandi”

Una delle chiavi del Lecce potrebbe essere Remi Oudin“Il concetto è semplice. A me Oudin piace, lo vorrei sempre in campo. Voglio la gente che sa giocare a calcio. A Salerno non riuscivamo a utilizzarlo perché la palla ce l’aveano sempre gli altri. Da qui ho preferito utilizzare altri perché la partita si era messa così. Penserò a valorizzare lui come gli altri in base a come si mette la partita”

Il tallone d’Achille del Lecce è la difesa sui calci piazzati: “Intanto perché ne subiamo tanti, correlato con posizione di classifica e andamento delle partite. Ci sono molte più possibilità. I gol non sono 12 ma 20 perché ci sono i gol che prendi da prosieguo di azioni d’angolo, seconda palla e terza palla. Da una parte ho cercato di salvare quel percorso, dalla linea si è passati al castello e i calciatori si sentono più sicuri. Non ho toccato le loro sicurezze ma ho cercato di individuare pro e contro e ragionare su come si fanno le cose. Sottolineiamo una serie di atteggiamenti da area di rigore: è stato un tema su cui lavoriamo. Magari (ride, ndr) prenderemo tre gol da calcio d’angolo”

Su Banda e Sansone: “Banda si è avvicinato al gruppo, ha cominciato a sorridere e cambiare espressione, mi sembra che si stia avvicinando. Domani aggiungerò qualcosa e vedrò valutazioni. Sansone ha una piccola gastroenterite, oggi è stato fuori ma non mi dà grandi pensieri per lunedì”

Su Dorgu e Primavera: “Possiamo rivederlo esterno? Sì. Ho visto le partite con l’Under 21 danese, partite leggere per l’avversario che gli hanno consentito di fare quasi esclusivamente spinta, è stato attivo negli ultimi 3o metri, ha fatto assist e gol annullato. L’allenatore dell’Under 21 danese mi ha detto che loro ripongono tanta fiducia. Contestualmente al ratto dei giocatori che sono andati in Nazionale anche altri giovani sono partiti per gare internazionali. Alcuni non ne ho visti. Kaba è una discreta perdita, aveva caratteristiche uniche. Berisha è un giovane che mi sta piacendo tanto anche se ha avuto poco spazio, ci sono ragazzi che meritano minutaggio superiore. Vedremo l’opportunità del campo”.

L’avversario, la Roma, è di quelli da non prendere certo con il cattivo atteggiamento: “Hanno cambiato molto atteggiamento da Mourinho a De Rossi. E’ l’approccio al campo che è cambiato. Sono propositivi, dominano il campo, cercano il palleggio e fraseggiano stretti. Mancherà Pellegrini, in grandissima forma. Non so se ci saranno altri, ma la qualità di palleggio è il grande cambiamento di questi due mesi. Mantengono le caratteristiche di pericolosità con singoli giocatori di livello. Le mie scelte? Due tre dei nazionali, complici i viaggi e l’impegno emotivo, sono arrivati stanchi. Dono loro maggior pulizia fisica possibile per farli rendere al meglio con Roma e Milan. Come batterli? Con una gestione del campo oculata, la chiave è a due nomi: intensità e coraggio, una via di mezzo tra le cose fisiche e mentali. Quando giochi contro le grandi squadre la giocata del singolo fa la differenza e serve anche fortuna”.