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LECCE – Ezio Rossi non dimentica: “Che impresa la Serie A con Jurlano! E Braglia merita la promozione”

Se il Lecce di Piero Braglia è con la testa alle ultime due giornate del campionato di Lega Pro, con l’obiettivo di conquistare sei punti che possano porre le basi per il salto di categoria, c’è chi ha già concluso la propria stagione raggiungendo l’obiettivo della promozione. Parliamo di Ezio Rossi, ex calciatore giallorosso (49 presenze e 6 reti tra il 1983 e il 1985) protagonista della prima storica promozione in A targata Fascetti e attuale tecnico del Casale, sulla cui panchina ha appena conquistato il primo posto nell’Eccellenza piemontese. Delle sue recenti vicissitudini da allenatore e del glorioso passato in Salento, Rossi ha parlato in esclusiva per Salento Sport.

Solo qualche giorno fa è stato portato in trionfo per aver riportato il Casale in Serie D, dieci anni dopo il suo esordio in massima serie sulla panchina del Treviso. Alla sua nona promozione in carriera, l’emozione è sempre la stessa?

“Una promozione è sempre una gioia immensa, a prescindere dalla categoria in cui è conquistata. Riuscire a riportare il Casale in Serie D per me costituisce un grande traguardo perché, anche se ho allenato in categorie superiori e conquistato obiettivi importanti, ho sempre voluto mettermi in discussione sul campo, senza compromessi. Ho preferito scendere di categoria e giocarmi le mie carte piuttosto che restare in attesa o accettare situazioni che non mi piacevano. Qui a Casale ho trovato un club dalla storia importante, in cui si può costruire anche qualcosa di meglio di una Serie D. Il campionato non è stato facile perché noi eravamo un po’ come il Lecce, un lusso per la categoria, e tutti contro di noi davano il 110% esaltati dal prestigio del nostro club, ma abbiamo disputato un grande torneo riuscendo a prevalere su rivali attrezzate e che ci hanno messo in difficoltà fino all’ultima giornata”.

Chi invece la Serie D l’ha lasciata è il Gallipoli, squadra da lei allenata nei mesi conclusivi della a dir poco tribolata stagione 2009/2010. Cosa ricorda di quell’esperienza?

“Sono ancora in contatto con diversi amici incontrati nel corso di quello scampolo di campionato. Ho avuto a che fare con tante brave persone del posto e, a prescindere da come poi è andata sul campo, ma è comunque un’esperienza che ricordo con grande affetto. Escluso certo l’aver avuto a che fare con alcuni pseudo-dirigenti che facevano parte di quella società. Gente poco raccomandabile che è meglio stia lontana da me e dal mondo del calcio”.

Tutt’altro rapporto con i vertici societari lo ha avuto qualche decennio prima, quando da calciatore del Lecce raggiunse uno storico traguardo, la promozione in Serie A. Chi le viene in mente, e quali emozioni si porta dentro di quella splendida e storica cavalcata?

“Mi vengono subito in mente Jurlano e Cataldo, gente con valori importanti come non se ne vedono più nel calcio di oggi. Poi c’è di sicuramente mister Fascetti, come un padre per me, che ha saputo costruire un grande gruppo. Proprio grazie all’unione del gruppo, raggiunta grazie al giusto amalgama tra giovani ed elementi di grande esperienze, nonché grandi uomini, abbiamo conquistato quella promozione. E’ stato come vivere un sogno. Non eravamo costruiti per realizzare quell’impresa, ma i nostri valori ci hanno certamente aiutato. Sono state emozioni indescrivibili, tra le più belle mai provate, ed anche per questo sono rimasto legatissimo a Lecce ed all’ambiente giallorosso”.

Da quei tempi tanto è cambiato nel capoluogo salentino, con la società che ultimamente è tornata in mani leccesi. Cosa pensa a riguardo?

“Sono sempre in contatto con l’ambiente, e posso dire che la società mi sembra molto seria. Magari avrà inizialmente incontrato qualche difficoltà per difetto d’esperienza, ma il fatto che sia costituita da gente del posto è molto importante. Le ambizioni ci sono, le basi per tornare in quella che è la dimensioni del Lecce, tra Serie B e Serie A. I salentini meritano la promozione, meritano di tornare in categorie più attinenti al loro blasone, anche se poi vincere è la cosa più difficile”.

E quest’anno il Lecce ci sta provando ancora. Che possibilità hanno i giallorossi di Braglia?

“Il primo posto, con sei punti da recuperare in due gare, è un traguardo difficile da conquistare, ma i play-off sono una possibilità importante, e lo dico per esperienza visto che da allenatore ho conquistato quasi tutti i salti di categoria attraverso gli spareggi. Nell’attuale provvisoria griglia, vedrei favorite Lecce e Alessandria, che mi sembrano le più forti, poi c’è anche il Pisa. In ogni caso sono gare particolari che vanno giocate con serenità e attenzione senza farsi prendere dall’emotività, perché spesso succede che la squadra che arriva con meno pressioni e da più indietro in classifica poi vince, vedi il Como lo scorso anno. Io mi auguro il meglio per il Lecce, e spero che possa conquistare una promozione che meriterebbe.