LA CRONACA – Il Lecce più brutto proprio sul più bello. Giallorossi battuti dal Padova ultimo
Il Lecce che non ti aspetti, brutto, superficiale e distratto, spreca un clamoroso match-ball andando a perdere a Padova per 2-1. Al cospetto di un avversario modestissimo e con un piede e mezzo in Serie C, i ragazzi di Liverani partono malissimo e continuano peggio, giocando quella che si può considerare la seconda partita più brutta dell’anno dopo Cittadella. I salentini sprecano così il regalo del Palermo, che pareggiando in casa con lo Spezia avevano offerto un’occasione incredibile a Mancosu e compagni i quali, proprio con il liguri, avranno l’ultima occasione per la Serie A diretta nella giornata conclusiva della stagione regolare.
L’undici di Liverani si presenta in cabina di regia senza Tachtsidis, squalificato e il cui posto è preso da Petriccione, con il conseguente rientro dal primo minuto di Tabanelli. Per il Padova di Centurioni è 4-3-3, con tridente dinamico e veloce composto da Baraye, Bonazzoli e Mazzocco. Nelle battute iniziali il Lecce si fa detentore, come da marchio di fabbrica, del possesso palla, ma è il Padova a colpire alla prima occasione buona. Terzo minuto di gioco, la palla arriva sulla destra a Baraye che lascia sul posto Venuti e buca Vigorito di potenza da posizione defilata. L’inizio sorprendente incoraggia i biancoscudati, e di contro spaventa Mancosu e compagni, che appaiono contratti. L’autore del gol è in palla e ci riprova cinque minuti più tardi con un’azione identica, stavolta concludendo alto. I giallorossi provano a darsi una scossa e vanno al tiro al quarto d’ora da fuori con Petriccione: palla larga di poco. Cinque minuti e tocca a Tabanelli, che ruba palla sulla sinistra, si accentra e calcia forte, trovando la respinta di Minelli. Nel momento in cui la difesa patavina sembra riuscire a contenere bene l’attacco ospite, Majer prova a rompere gli indugi con una conclusione mancina da fuori che, al 32′, va a un paio di metri dall’angolino basso. Alleggerimento veneto cinque minuti dopo con il sinistro al volo di Longhi parato a terra da Vigorito. Il Lecce cerca di creare opportunità da pareggio nel finale di tempo, ma la squadra di Liverani non è la solita, fatica ad orchestrare la manovra ed anzi rischia in un paio di contropiede insidiosi degli avversari.
Nella ripresa il Lecce prova ed accelerare e fare la voce grossa, sfornando cross mai raccolti a causa di un’evanescenza negli ultimi venti metri mai vista quest’anno. Probabilmente intimoriti dalla paura della vittoria e forse un po’ appagati dal risultato del Palermo, i giallorossi sono la brutta copia di loro stessi e sbagliano quasi ogni cosa, anche la più semplice. Proprio da un controllo effettuato con sufficienza da Mancosu parte il contropiede che porta al raddoppio del Padova, siglato da Cappelletti con un gran colpo di testa su calcio d’angolo. Il Lecce è tramortito dal raddoppio veneto, gioca malissimo e fa infuriare Liverani. Solo un episodio isolato poteva far rinsavire gli spenti salentini, e questo arriva al 75′, quando Minelli controlla male la palla ed atterra in area l’accorrente La Mantia, che lo aveva anticipato. Dal dischetto Mancosu non sbaglia e riapre il match. Lo stesso sardo ha sulla testa, dopo due minuti, la palla del pari, che fallisce girando male al lato. Match-ball biancoscudato all’83’ con il solito imprendibile Baraye, che lascia ancora una volta sul posto Venuti e si invola solo contro Vigorito, che lo stoppa in extremis. Ma di lì alla fine dei sette minuti di recupero non succede più nulla.
Domenica prossima il Lecce riposerà, tornando in campo tra due settimane, sabato 11 alle 15, contro lo Spezia nell’ultima giornata di campionato che può valere la Serie A.