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ATLETICA – Perchia, pres. prov.le Fidal: “Servono impegno e strutture, bisogna cambiare registro!”

La splendida vittoria della medaglia d’oro di Daniele Greco ai recenti Europei di Goteborg è un’occasione per lanciare un allarme sulla situazione dell’atletica leggera salentina. È netto e inequivocabile l’appello del presidente della Fidal leccese Sergio Perchia, sulla mancanza di strutture sportive in cui crescere e allevare piccoli campioni. La conseguenza, spesso, è che i talenti, insieme ai propri allenatori, vadano via lontano dalla propria terra. Così come è successo con il campioncino di Galatone.

“Tutto il mondo dell’atletica – scrive Perchia applaude l’atleta e il suo tecnico per questo risultato che certamente ripaga del lavoro svolto per ottenerlo. Una medaglia che già nel 2009 era al collo di Daniele, ma all’epoca era nella categoria Juniores, possiamo dire nell’anticamera dell’elite, oggi è a pieno titolo tra i più forti al mondo (la misura ottenuta, tra l’altro, rappresenta il primato mondiale per il 2013). Tra le due medaglie, tante altre soddisfazioni, la partecipazione ai mondiali, i campionati italiani e soprattutto il quarto posto all’olimpiade di Londra. Un palmares di tutto rispetto per un atleta di 24 anni compiuti proprio il giorno prima del titolo europeo. Tutto questo certamente farebbe pensare anche ad un’adeguata struttura dove allenarsi, dovrebbe essere normale che l’atleta fosse messo nelle condizioni ideali per poi ottenere i risultati e continuare a portare alto il nome del Salento e far sventolare sulle spalle la bandiera italiana dopo il prossimo risultato. E invece no!!! Sembra un film già visto. L’atleta che ottiene il risultato e tutti pronti a congratularsi, a sbandierare con orgoglio la sua appartenenza a questa terra: il salento. Sicuramente qualcuno lo chiamerà per consegnarli una targa, .. ma poi…? Il nulla!!!”.

“Lo scorso mese di dicembre – prosegue il presidente – il Comitato Provinciale della Fidal organizzò la “Festa dell’Atletica Salentina”, momento di premiazione degli atleti che si sono distinti nell’arco del 2012. Nell’occasione abbiamo pensato di fare cosa gradita, invitando il Presidente Nazionale della Federazione di Atletica Leggera, Alfio Giomi, che mi confermò che tutta l’atletica, ma non solo, puntava forte su Daniele Greco per il futuro e che ciò poteva essere un interessante veicolo di promozione anche territoriale, per il nostro Salento. Chiedeva un unico impegno, metterlo nelle condizioni di potersi allenare per ottenere i risultati sperati. Per il Presidente probabilmente sembrava una cosa semplice; conoscendo il nostro territorio, i nostri rappresentanti istituzionali, l’attenzione verso uno sport che non è il calcio, la cosa diventa impossibile. Bisogna cambiare registro. Non si può attendere che atleti o tecnici preparati e di buona volontà riescano da soli ad ottenere risultati di rilievo, contro tutti e tutto, abbiamo bisogno che amministratori e dirigenti dei vari enti siano competenti e che non ritengano lo sport un’attività per persone stupide e che insieme ai dirigenti del mondo sportivo collaborino per programmare il futuro”.

Continua Perchia: “La carenza di impianti è spesso il frutto di un approccio sbagliato verso l’attività sportiva, non sono considerati componente indispensabile per lo svolgimento della stessa attività e molto spesso come impianti sportivi si intendono solo i campi di calcio (ne troviamo uno per ogni paese della nostra vasta provincia, con squadre che spesso nello svolgimento dell’attività non escono fuori dalla stessa provincia; nell’atletica invece abbiamo un solo campo utilizzabile in tutta la provincia). Oggi Daniele va via dalla nostra provincia, va via dal suo territorio, verso altre regioni e altre strutture che siano adeguate al suo valore e conoscendolo sappiamo che lo fa certamente con dolore, ma questo territorio in tal senso è arido e non gli garantisce un adeguato futuro. Ma la cosa che più fa male e che va via anche il suo tecnico che, in questo modo, non potrà più essere utile agli altri ragazzi che allenava. Ragazzi che adesso non sanno più cosa fare, ragazzi per i quali, probabilmente, l’avventura dell’atletica finisce qui. In questo modo sparisce quindi la speranza di qualche altro ragazzo che ha voglia di fare atletica leggera. Abbiamo un grande potenziale, dobbiamo solo rendercene tutti conto e mettere in atto le azioni per farlo fruttare, per il nostro territorio, per noi e per il futuro … i nostri giovani“.