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ph: Coribello/SalentoSport

LECCE – Un errore e partita persa. Rafia e Guilbert, perché i cambi? Sansone troppo tardi: le pagelle

LE PAGELLE DI BOLOGNA-LECCE

Falcone 6,5: Sul gol non ci può far nulla, ma prima era stato protagonista di almeno tre interventi decisivi, prima su un tentativo di autorete di Ramadani, poi su un’incornata di Castro, poi su un cross velenoso di Miranda. Nelle prime due occasioni, però, i rinvii sono un po’ troppo centrali, come spesso capita.

Guilbert 6: Primo tempo accorto e di controllo su Ndoye, cui lascia poca roba. Rara la spinta sulla fascia ma non stava demeritando e pertanto non si comprende il cambio di Gotti con Pelmard, sempre che non abbia accusato problemi fisici.

(56′ Pelmard) 5,5: Un paio di buone chiusure, una bella uscita palla al piede ma poi perde un po’ la concentrazione, prende un giallo e il gol del Bologna arriva con un cross proveniente dalla sua zona di copertura.

Gaspar 6,5: Difensore di peso specifico notevole, fa valere la sua stazza e anche le sue lunghe leve per svettare per primo su palloni alti. Diligente anche negli anticipi e sulle palle di nessuno. Preso il gol si fa prendere dal nervosismo e incassa il giallo.

Baschirotto 6: Sorpreso dall’incursione di Orsolini (che non era il suo uomo) all’87’, per la restante parte del tempo è attento, puntuale e preciso nello sventare le rare minacce degli spuntati avanti rossoblù.

Gallo 5: Tiene bene Orsolini per 85 minuti concedendogli le briciole. Poi se ne dimentica e Orsolini segna il gol partita.

Ramadani 5,5: Gara a corrente alternata con diverse efficaci coperture difensive ma pochissima impostazione di gioco, essendosi schiacciato troppo verso la linea della difesa. Rischia goffamente di causare un rigore e un’autorete nel primo tempo. E poi, una volta per tutte: dovrebbe smetterla di fingere di essere stato sparato dagli spalti quando perde palla su un contrasto non falloso. Meritava di uscire lui e non Rafia.

(87′ Rebic) sv

Rafia 6: Buon momento per il tunisino e lo dimostra anche oggi, giocando una partita intelligente e provando a inventare qualche traiettoria per liberare i compagni verso la porta avversaria. Efficace anche in chiusura, non meritava il cambio, sempre che non ne avesse più, come non sembrava.

(75′ Pierret) 5,5: Entra per alzare il muro ma il Bologna, proprio da quel momento in poi, si fa sempre più minaccioso e arrembante.

Dorgu 6: Anche oggi usato come tappabuchi ovunque, gioca una partita di sacrificio e di corsa, uno dei pochi che sa dare del tu al pallone, anche se in un’occasione si dimostra un po’ troppo egoista tirando in porta quando c’era Banda meglio piazzato che aspettava l’assist.

(87′ Sansone) sv

Pierotti 5,5: Temporeggia troppo in occasione del gol del Bologna, permettendo a Miranda il perfetto cross per la testa di Orsolini. Andava sostituito prima, perché era evidente che non ne avesse più. Qualche buon abbozzo di contropiede e poco altro.

Banda 5: Il solito pasticcione. La voglia diventa sempre frenesia e quando si gioca con la frenesia di fare, si strafà.

(56′ Coulibaly) 6: Posizionato alle spalle di Krstovic, ossia fuori ruolo, si spende soprattutto nel tamponare, chiudere e scaricare il pallone al compagno più vicino, giacché di costruire un’azione offensiva non se ne parla proprio.

Krstovic 5: Gara standard edizione 2024/25: gioco solo per me, appena vedo mezzo spiraglio tiro in porta e se tiro in porta lo faccio in modo inguardabile. Non mancano le rincorse, spesso a vuoto, e le difese palla, ma un centravanti deve buttarla dentro e questo Krstovic non è un centravanti di Serie A.

All. Gotti 5: Sembrava di rivedere una delle partite del passato con Baroni: squadra tutta dietro al pallone, zero azioni offensive e speranza di strappare un punto di riffa o di raffa. Una legge non scritta del calcio insegna che se vai a giocarti lo 0-0, nella stragrande maggioranza delle volte, perdi. Così è stato e perdere a cinque minuti dalla fine, con la barca quasi in porto, è ancora più bruciante. Eppure gli allarmi rossi c’erano tutti, specie nella seconda parte della ripresa, quando il Lecce, dopo un primo tempo di contenimento, non teneva più un pallone e, quando lo recuperava, lo gettava via senza un perché, arretrando pericolosamente il suo baricentro. Un Lecce bravo a difendersi, tragico quando c’è da costruire. In questa situazione, poco si comprende la sostituzione di Guilbert, che stava tenendo abbastanza bene la sua posizione, e di Rafia, che era uno dei pochi in grado di inventare qualcosina di non banale. Come non si capisce il ritardato ingresso in campo di Sansone, per un Pierotti ancora né carne né pesce, e di Rebic, se non a tre minuti dalla fine col gol appena incassato. Il trittico settimanale si chiude con i tre punti guadagnati sudando sette camicie col Verona in nove: la situazione non è per niente incoraggiante, ci sono diverse cose che non girano, e nello spogliatoio, e in campo, e in panchina. Va anche rimarcato che la rosa è quella che è, ossia che va assolutamente rinforzata non appena il mercato invernale lo permetterà, perché, attualmente, la squadra non sembra essere in grado di potersi mettere tre avversarie alle spalle. Ultima nota, ma non per importanza: il tecnico dovrebbe essere più incisivo nel gestire l’egoismo di Krstovic e Banda sotto porta.