
LECCE – Novità di mercato e cambio di allenatore: ecco il nuovo look della rosa giallorossa
In poche settimane il Lecce si è, per così dire, rifatto il look, completamente o quasi. Dall’esonero di Lerda, logica conseguenza dopo il “dicembre nero” (sconfitte consecutive con Foggia, Martina ed Ischia) dei giallorossi, all’ufficializzazione di Bollini, passando per Pagliari ed i tanti movimenti di un mercato che ha tentato di raddrizzare un cammino troppo altalenante, la rosa e lo staff del club di piazza Mazzini si trova ad affrontare le restanti 15 giornate di campionato in una veste decisamente rinnovata.
Tra i pali, Nicholas Caglioni ha mantenuto saldo il suo posto, nonostante qualche critica che ha fisiologicamente colpito anche lui in un bimestre tutt’altro che roseo per la sua squadra. Con Chironi confermato terzo portiere, la seconda piazza nelle gerarchie ha registrato l’addio, pare per motivi personali, di Davide Petrachi e l’approdo nel capoluogo salentino di Tommaso Scuffia dal Catanzaro. Per quanto riguarda invece la difesa, si sono registrati importanti movimenti, più in uscita che in entrata. Hanno lasciato il Salento innanzitutto i deludenti Carini (L’Aquila) e Donida (Paganese), acclamati in estate come i giovani di cui la retroguardia giallorossa aveva tanto bisogno e che invece hanno seminato tanti strafalcioni difensivi e raccolto quasi esclusivamente critiche. Ha preso poi la strada di Monza Gilberto Martinez, uno dei pilastri dell’era Tesoro e la cui cessione è comprensibile solo se si considerano i recuperi di Vinetot e Diniz (da considerarsi un vero e proprio nuovo acquisto) che avrebbero tenuto fuori il miglior giocatore per rendimento degli ultimi mesi al Lecce. Partiti anche Rullo (Messina) e D’Ambrosio (Monza), fuori dai piani tecnici a causa di una forma fisica non all’altezza degli obiettivi di squadra, sono arrivati tre giovani a dare freschezza sulle fasce: il mancino Di Chiara dal Catanzaro ed i due terzini destri, ed all’occorrenza anche centrali, Beduschi (Monza) e Pino (rientrante da Matera).
Il centrocampo è il reparto che ha subito meno cambiamenti, soprattutto in un settore centrale che ha visto confermati i suoi pilastri Salvi, Papini e Sacilotto (tra i pochi a dare, al di là della qualità espressa, continui segnali di dedizione alla causa) ed anche un Filipe Gomes che, nonostante il poco dimostrato fino ad oggi, ha goduto di rinnovata fiducia dalla società. Tante le novità invece sulle fasce: sono andati via in prestito Rosafio (al Forlì poiché chiuso dalla concorrenza) e Carrozza (alla Juve Stabia, dopo una serie eccessiva di prestazioni non all’altezza), mentre sono arrivati Herrera dalla Paganese ed Embalo (in un affare che ha portato il baby Cuppone in Emilia) dal Carpi. Il panamense ha già dimostrato ottimi numeri ma deve trovare continuità, mentre il portoghese è elemento poco noto.
In attacco, ha lasciato il Lecce l‘elemento forse più deludente della prima metà di stagione, quel Della Rocca prima elemento imprescindibile nello scacchiere tattico di Lerda ma che, dopo un ottimo inizio, è andato via via palesando limiti importanti per un attaccante della sua fama e del suo stipendio. Il brindisino è partito in prestito alla volta di Novara, e dai piemontesi sono arrivati due giovani che promettono bene: Manconi e Gustavo. Gli unici dubbi che riguardano i due neoarrivati sono legati alla loro collocazione tattica, una patata bollente da girare immediatamente al nuovo allenatore, che tuttavia con i giovani ha dimostrato di trovarsi particolarmente a suo agio.
Da anni di successi nel settore giovanile della Lazio viene infatti Alberto Bollini, che rispetto a Lerda e Pagliari vanta meno anni di esperienza (ma non meno successi) sulle panchine di Lega Pro ma che negli ultimi anni ha ampiamente dimostrato le sue capacità tattiche e la sua efficienza in progetti ben strutturati. Sarà suo l’arduo compito di tirare fuori il meglio dal gruppo a disposizione, cosa mai pienamente riuscita a nessuno da quando il Lecce ha fatto ritorno in terza serie.