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EURO 2016 – Day #07: Vardy, la favola continua. Germania con le polveri bagnate, Ucraina prima out

Atteso come non mai, il derby d’Albione tra Inghilterra e Galles è stato il match d’apertura del settimo giorno dei campionati Europei 2016. Nonostante la netta superiorità tecnica, erano proprio i ragazzi con i Tre Leoni sul petto a rischiare di più e ad apparire quindi più impauriti, spiazzati da una nuova rivalità che prima di oggi aveva avuto un punto d’incontro solo nel rugby o in uno di quei sport sconosciuti che piacciono solo ai sudditi di Sua Maestà, tipo il cricket o il polo. Di contro, lo spavaldo (nelle intenzioni) ma catenacciaro Wales ha retto bene le poche velleità dei più nobili cugini, passando addirittura avanti con la solita punizione da casa sua di Bale, che ha sfruttato la proverbiale inaffidabilità dei numeri 1 inglesi, a cui nemmeno il discreto Joe Hart fa eccezione, per mandare in visibilio i suoi supporter. Poi, però, fuori Kane dentro Vardy e la favola Leicester continua, con la punta dal passato di calciatore amatoriale a dare via al comeback inglese completato dalla “puntata” antiestetica, beffarda ma efficace del match-winner Sturridge.

Un’ora dopo il fischio finale dell’incrocio britannico, è stata la volta del secondo verdetto della competizione, ovvero l’eliminazione dell’Ucraina sconfitta 2-0 da un’altra Nazionale battente (anche) la Union Jack (la bandiera del Regno Unito). L‘Irlanda del Nord ha infatti avuto la meglio dell’undici di Fomenko, stavolta molto meno brillante rispetto a quanto fatto vedere all’esordio con la ben più forte Germania. Yarmolenko, il più forte dei suoi, ci prova per come può, ma i tempi di Schevchenko (che siede spaesato in panchina con l’aria da “chi me l’ha fatta fare di accettare questo ruolo da collaboratore) sono ben lontani. Ecco così che la molto fisica e poco tecnica rappresentativa della terra di George Best conquista i tre punti grazie ai gol di McAuley e McGinn, tornando a sognare un clamoroso ma ancora lontano passaggio del turno.

I nordirlandesi nel prossimo turno tenteranno l’impresa con la Germania, riuscita a fare un passo indietro rispetto alla già non esaltante prova nel vittorioso esordio con l’Ucraina. Il tecnico teutonico Low, sempre più indaffarato in opere di pulizie di naso, orecchie, ascelle e zone molto meno adatte ad un primo piano all’ora di cena, non è riuscito a far esprimere nemmeno lontanamente ai suoi le loro  potenzialità, ma questo anche per merito di una Polonia tosta e a tratti imperforabile. Se c’era anzi una squadra che meritava il successo, questa era propria la Nazionale di un Lewandoswski ancora sottotono, capace di sciupare 4-5 ottime palle-gol, due delle quali (le più clamorose) con un Milik versione-vai col liscio. Neuer ringrazia e si tiene stretto uno 0-0 che muove la classifica e tiene imbattuto il Muro di Berlino.