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LEGA PRO – Il presidente Gravina a SS: “Stagione da incorniciare. Playoff? Chi si lamenta probabilmente ha perso”

Con l’aumento delle squadre per girone da 18 a 20 e, soprattutto, la profonda novità inerente lo svolgimento dei playoff promozione, quella appena conclusa è stata una stagione turbolenta e al tempo stesso di rilancio per la Lega Pro. Il terzo livello del calcio italiano, in attesa di vivere una nuova estate di cambiamenti (la rinomina di Serie C su tutti) e tribolazioni (vi è già più di un club a rischio iscrizione, vedi Catanzaro, Messina e Como), tira le somme di quello che è stato il 2016/2017, e lo fa attraverso le parole del suo numero 1, Gabriele Gravina. Il presidente della Lega ha parlato in esclusiva per SalentoSport nell’intervista che vi proponiamo di seguito.

Dopo nove stagioni, che diventano trentanove se non si considera l’epoca di C1 e C2, la storica denominazione di Serie C torna a caratterizzare il campionato che lei rappresenta. Quali sono le motivazioni e le prospettive che hanno portato a questo ritorno al passato?

“Innanzitutto partirei dal presupposto che troppo spesso il nostro calcio vive di ipocrisie, con la volontà diffusa di far passare le cose per quelle che non sono. Ecco, proprio perché noi non vogliamo fuorviare coloro che si approcciano alla nostra realtà, né scimmiottare categorie diverse da ciò che siamo, abbiamo deciso di ridare alla categoria il suo nome di grande rilevanza storica, ovvero quello di Serie C. Non conosco precisamente i perché della novità apportata circa dieci anni fa al campionato che divenne di Lega Pro, ma so che ha generato confusione. Ricordo ancora di una volta in cui vennero a conoscerci personalmente degli emissari dalla Cina. Mentre io parlavo loro di piazze pur molto importanti come Lecce, Parma o Catania, loro mi citavano Milan, Inter e Juventus, e infatti ne venne fuori che loro leggendo “Lega Pro” erano convinti di avere a che fare con la principale realtà professionistica italiana, cosa che ovviamente non era. Queste ambiguità non devono più accadere”.

Un’altra innovazione vedrà l’abbassamento del numero degli “Over” in rosa da sedici a quattordici. E’ il segno che la Lega pone al suo centro il progetto-giovani?

“Assolutamente sì, ma non solo. In questi anni si è palesata la difficoltà comune di incrementare i ricavi, e quando non riesci ad attuare ciò sei costretto a diminuire i costi. Il costo del lavoro è un fattore molto importante, e diminuendo il numero di “Over” in favore di elementi più giovani questa voce ne trarrebbe un vantaggio considerevole. Questo non vuol dire però che mettiamo in secondo piano la qualità, anzi sono sicuro che questa non verrà per nulla intaccata dal mutamento della sopracitata regola”.

L’annata 2016/2017 è ormai alle spalle. Che stagione è stata per la Lega Pro?

“Oltre allo spettacolo visto in campo e sugli spalti, a parlare chiaro ci sono i numeri. Un milione di spettatori live, oltre due milioni di contatti sui nostri social, 350 attività sociali sul territorio nazionale, la crescita del 45% del numero di spettatori negli stadi. Tutti dati che descrivono il gran lavoro fatto e l’esito che questo ha avuto”.

Qualche polemica l’ha suscitata, soprattutto tra i protagonisti in campo, il regolamento rivoluzionato dei playoff. E’ contento della scelta fatta e dei riscontri avuti dalla Final 4 di Firenze?

“Certo che sì, e pur accettando le critiche ed essendo consapevole che qualche accorgimento è da prendere, penso che chi si è espresso in maniera tanto negativa nei confronti delle modalità di svolgimento dei playoff di quest’anno forse era mosso dalla delusione dell’averli persi. Viene detto che questo metodo è poco meritocratico, ma a me sembra assurda tale valutazione. Sono andate in Serie B le tre prime più una seconda, con un’altra seconda a disputare la finalissima per la promozione. Ci sta che qualcuno resti fuori, ma il sistema stesso di qualsiasi playoff rimette in discussione il campionato svolto in precedenza, e sono un nuovo torneo a tutti gli effetti. D’altronde è questo un modello adottato un po’ dappertutto, vedi l’NBA dove addirittura essere arrivato primo nella regular season conta ancor meno e non ti garantisce nulla. Poi, c’è il discorso relativo ai quarti di finale che è un po’ da rivedere, e magari andrebbero inserite le teste di serie, ma io vorrei che l’attenzione si concentrasse sull’ultima giornata di campionato. Per la prima volta nella storia, su trenta partita solo in una il risultato non aveva alcuna importanza per la classifica, mentre negli altri casi non c’era nulla di già scritto. Questo è un fattore importante perché si contrappone anche ai rischi di calcioscommesse subiti in passato, e va certamente sottolineato. In ogni caso, la Final 4 di Firenze è stata un gran successo, tant’è che abbiamo avuto richieste di precisazioni sul format anche dall’estero, con alcuni tornei pronti ad imitarlo”.