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LEGA PRO 1/B – Il derby ed il rinvio di Nocerina-Lecce: l’ennesimo fallimento della “Tessera del Tifoso”

Gli avvenimenti che si sono succeduti negli ultimi anni, dall’aumento degli scontri fuori gli stadi alle tante proteste degli ultrà, sono culminati due settimane fa nell’ormai tristemente famoso derby di Salerno, che ha visto scritto il suo ultimo atto (in attesa di Paganese-Nocerina) nella giornata di mercoledì, quando il prefetto della città tirrenica ha rinviato la gara tra Nocerina e Lecce, prendendo una decisione dettata probabilmente dal caos generale e scegliendo, dunque, di non decidere.

La gara, che verrà recuperata con moltra probabilità il 18 dicembre, rischia di falsare un campionato già compromesso dalla pantomima a cui si è assistito in Salernitana-Nocerina, con i molossi che, salvo sorprese, torneranno a giocare domenica 1 dicembre un altro derby a Pagani dopo un mese, mentre alla fine dell’anno solare si troveranno a dover disputare tre gare, compreso il recupero con il Lecce, nel giro di sette giorni.

Eppure, quando nella stagione 2009-2010 si varò la “Tessera del tifoso”, il ministro Maroni dichiarò che situazioni complicate dovute ad intemperanze dei tifosi sarebbero scomparse dal mondo del calcio italiano nel giro di un paio d’anni. Alla fine del 2013 possiamo dire che il progetto della “Tessera” è senza alcun dubbio fallito, perché il suo unico esito lampante è stato il netto allontanamento della gente dagli stadi: dalle medie di oltre 27mila spettatori a partita di metà anni 2000, ai 24mila della stagione passata (fonte: stadiapostcards.com), per non parlare delle trasferte, il più delle volte vietate ai tifosi ospiti nonostante le norme varate da Maroni.

Nata con l’obiettivo di regolamentare l’accesso negli impianti sportivi, questa forma di fidelizzazione adottata dalle società di calcio è stata accolta sin da subito con estrema diffidenza sia dai tifosi più affezionati, che la vedevano come un tentativo di controllo estremo da parte delle autorità, sia dai tifosi meno assidui frequentatori degli stadi come le famiglie, che hanno visto enormemente complicarsi le modalità di acquisto di biglietti soprattutto per le gare in trasferta.

Nessuno poteva però immaginare che, a sei anni di distanza dalla nascita della “Tessera del tifoso”, quest’ultima si sarebbe dimostrata inutile anche a quegli organi che ne avrebbero tratto (si diceva) sicuramente giovamento, come questure e prefetture. Il risultato è davanti ai nostri occhi: tessera o non tessera, in un momento caotico come quello che si vive a Salerno in queste ultime settimane, il prefetto non è stato in grado di prendere una decisione sicura, non potendo disporre di strumenti in grado di evitare situazioni rischiose come la “Tessera”, si diceva, sarebbe dovuta essere.