
GALLIPOLI – Villa: “Niente giacca e cravatta, noi con la tuta da operai”. E su Carrozza…
Il Gallipoli di Alberto Villa bissa il successo in Coppa superando, 2-0, l’Aradeo, nel primo turno di campionato. “Avevo chiesto ai ragazzi, prima della partita, di fare quel salto mentale che ci mancava – analizza il tecnico bolognese in sala stampa – . Sicuramente è presto per dirlo se lo hanno fatto o meno, ma siamo riusciti a portare a casa un risultato importante senza prendere gol, segnandone due e creando tante occasioni. C’è poco tempo però per festeggiare, dobbiamo già pensare al ritorno di Coppa con l’Otranto, perché abbiamo riaperto il discorso qualificazione in modo stupido”.
Con l’Aradeo, otto undicesimi della formazione iniziale erano presenti nella squadra della scorsa stagione, sebbene atteggiamento e qualità sembrino ampiamente differenti. “I ragazzi sanno quale deve essere lo spirito per affrontare questa categoria, sono tutte battaglie. I nuovi bisogna tutelarli e non mandarli al macello, soprattutto quando le condizioni non sono al meglio, come Scialpi e Puglia. Piano piano, con l’aiuto dei compagni, vanno inseriti in questo gruppo che ha già una mentalità dall’anno scorso”.
Trascinatore del Gallipoli un Carrozza in formato super, Villa sottolinea un concetto: “Carrozza è calciatore di un’altra categoria. Io gli ho chiesto un grosso sacrificio e lui è molto responsabile, perché è il più grande ed è il capitano ed è un ragazzo di Gallipoli. Lui deve farci la differenza perché ce l’ha nel dna: io gli do molta carota, ma la domenica lui deve dare il bastone agli avversari. Deve farci la differenza, come ha fatto la maggior parte delle volte da quando ci sono io. Deve continuare su questa strada perché lui è il nostro leader, se lui non molla si porta avanti tutta la squadra. Tutti i più grandi hanno i compagni più giovani sulle spalle, devono trascinarli verso risultati importanti”.
Gallipoli mina vagante del torneo? Villa taglia corto: “Noi dobbiamo trovare sei squadre da mettere sotto. Quando arriverà il momento che si potranno dire altre cose le diremo. Ma ora non possiamo permettercelo: se iniziamo a girare in giacca e cravatta noi siamo da ultimo posto, se mettiamo la tuta da operai, belli sporchi, possiamo dare fastidio a tutti”.