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ATLETICO RACALE – Niente più scarpini, arriva l’incarico da ds per Garofalo: “Spero di essere all’altezza e di sbagliare il meno possibile”

Quella che sta per cominciare sarà la prima stagione, dopo circa 30 anni di campo, nella quale Aldo Garofalo non indosserà gli scarpini tacchettati. Nella serata di ieri, infatti, l’Atletico Racale ha ufficializzato il suo nuovo incarico da direttore sportivo, da noi anticipato una decina di giorni fa (QUI).

L’ex difensore si è già calato nella parte ed è già al lavoro da tempo per costruire e puntellare la rosa dell’Atletico Racale 2020/21 che esordirà nel torneo di Eccellenza pugliese. Ancora non ci sono ufficializzazioni, ma a Racale dovrebbero restare, accanto a mister Pietro Sportillo, anche alcuni pilastri della scorsa annata come Passaseo, Romano, Casalino e Lopez. Nel mirino alcuni profili per il centrocampo e per l’attacco, che rispondono ai nomi di Andrea Portaccio, Alessandro Pirretti e Gabriele Mosca. “Non è mio compito comunicare i calciatori confermati – spiega in esclusiva Garofaloanche se posso dire che con loro non ho parlato più di cinque minuti, trovando massima disponibilità. A chi non è stato riconfermato, per varie vicissitudini, auguro un grosso in bocca al lupo, nel calcio ma, soprattutto nella vita”.

Tanta esperienza da calciatore, ora comincia un’altra fase, quella da dirigente. Quali sono le principali differenze tra i due mondi e le difficoltà che ti aspetti?

“Si ragiona in modo completamente diverso. Da calciatore, forse, alcune cose non le prendevi in considerazione,, mentre adesso si deve tenere conto di tante situazioni e bisogna valutarle in un’ottica diversa rispetto a prima. Onestamente, devo dire che sono circondato da persone che hanno tanta esperienza e, pertanto, mi facilitano il compito. Colgo l’occasione per ringraziarle pubblicamente, anche se, per adesso, non faccio nomi. Spero solo di essere all’altezza della situazione e di sbagliare quanto meno possibile, adempiendo a questo incarico con la massima correttezza e semplicità“.

Chiari gli obiettivi del Racale per la prossima stagione: “Il nostro obiettivo è, naturalmente, la salvezza in un campionato che, da quanto sembra, sarà di livello alto, nel quale ci sarà da soffrire e da combattere in ogni partita per cercare di portare a casa il risultato. La mia favorita, sulla carta, è senza dubbio la Sly Trani del presidente Danilo Quarto che ha dato vita al suo progetto già da qualche anno e che lo ha visto primeggiare in tutti i campionati sin qui disputati. Non è mai facile vincere in nessuna categoria, sarà il campo, alla fine, a dare il suo responso”.

Una stagione che si preannuncia, tra l’altro, ricca di derby salentini: “Spero che il Nardò rimanga lì, dov’è giusto che sia, in Serie D, perché una società del genere merita almeno quella categoria per impegno e programmazione, avendo a disposizione un direttore sportivo come Andrea Corallo che sa costruire le squadre in maniera esemplare, raggiungendo gli obiettivi prefissati col minimo sforzo rispetto magari ad altre società. I derby saranno sicuramente delle belle partite da giocare, con la speranza che ci sia anche il pubblico, perché è dura giocare a calcio senza la gente allo stadio. Ritroveremo l’Ugento di mister Oliva che, da quanto apprendo, ha confermato la maggior parte dei giocatori della scorsa stagione, una squadra che l’anno scorso era stata costruita per raggiungere la salvezza ma che ha compiuto quasi un miracolo sportivo, centrando la terza posizione in un campionato nel quale c’erano big come il Corato e il Molfetta che l’hanno fatta da padrona. E, conoscendo mister Oliva, sinceramente di tutto ciò non mi meraviglia“.

Da quanto si profila, inoltre, il prossimo potrebbe essere un campionato a ranghi allargati: “E secondo me – dichiara il ds del Racalequesto è giusto e lo è ancora di più per il Matino che merita il salto in Eccellenza per quello che ha dimostrato nello scorso campionato”.

Infine, spazio ai ringraziamenti: “Ringrazio il presidente Francesco Cimino e tutti i dirigenti dell’Atletico Racale per questo nuovo incarico e ne approfitto per ringraziare anche tutti gli allenatori e i compagni di squadra avuti in questi anni. Infine, e non per ultimo, ringrazio questo sport che mi ha dato veramente tanto, soprattutto come valori, dandomi la possibilità di conoscere tanta gente e di stare in uno spogliatoio, che definire ‘luogo sacro’ è anche riduttivo, calcisticamente parlando”.