
ph: Coribello/SalentoSport
LECCE – Ultima chiamata col Torino in un certo clima di rassegnazione. No! Non si è ancora retrocessi…
Il Lecce si appresta ad affrontare il Torino al Via del Mare nella penultima tappa di un campionato che, definire rocambolesco, potrebbe anche essere riduttivo.
La sfida contro i granata assume i contorni di una prova senza appello, un ultima chance da giocarsi. Una porta da sfondare se si vuole provare a sfondare anche la seconda, quella di Roma contro la Lazio nell’ultima giornata. Ovviamente, senza i tre punti contro la squadra di Paolo Vanoli, fratello del mitico Rodolfo, tutto il resto decadrebbe.
C’è, però, da registrare un certo pessimismo nell’ambiente giallorosso, come se ormai la sfida salvezza la si considerasse persa. E ciò è un gravissimo errore, perchè, come si suol dire, non è mai finita fino a quando non è finita veramente.
Nei bar fisici e in quelli virtuali, l’atmosfera che si respira tra i tifosi è pesante, intrisa di una palpabile rassegnazione. Le speranze, un tempo vivaci, si sono affievolite settimana dopo settimana, sconfitta dopo delusione. La lunga astinenza da vittorie, che dura da quasi quattro mesi, e una classifica che vede il Lecce impantanato in piena zona retrocessione, hanno eroso anche l’ottimismo più stoico.
La sensazione predominante è quella di un destino quasi segnato, con la discesa in Serie B percepita ormai non più come un timore, ma come una probabile, dolorosa realtà. Tanto che si parla già di “paracadute”, di quanti milioni il Lecce potrà incassare nella prossima stagione in Serie B, di quali calciatori eventualmente provare a trattenere, di quali potranno essere le prossime plusvalenze da investire per allestire una squadra di rango nel campionato cadetto. Nonostante i giochi salvezza siano ancora aperti, la logica dei numeri e delle prestazioni recenti lascia poco spazio all’illusione.
Eppure, la squadra di mister Giampaolo ha il dovere di scendere in campo per onorare la maglia e una tifoseria che, seppur scoraggiata, non ha mai fatto mancare il proprio sostegno. Contro il Torino, si chiederà ai giocatori di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di lottare su ogni pallone come se da quello dipendesse un’intera stagione, anche se la consapevolezza diffusa è che potrebbe non bastare. Il match diventa così un’occasione per dimostrare carattere, per salutare il proprio pubblico con una prestazione gagliarda, indipendentemente da quale sarà il verdetto finale del campionato.
E no! La squadra e l’allenatore dovranno spingere come dei forsennati come altrettanto si farà sugli spalti e come altrettanto faranno i tifosi che seguiranno la partita dalla tv, dalla radio o da altre piattaforme. C’è ancora tempo e spazio per salvare una stagione. L’importante è scendere in campo con la fame, la voglia di azzannare l’avversario e, magari, usando un po’ di precisione nel tiro in porta.