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EURO 2016 – Day #13: Italia al verde, gli irlandesi brindano. Vulcanica Islanda e Ronaldo si sveglia

Si è conclusa ieri una delle più emozionanti fasi a gironi degli Europei della storia della competizione, complice un nuovo format, quello a 24 squadre e con le migliori terze a passare agli inediti ottavi di finale, che ha regalato incertezza fino all’ultimo minuto, pur nelle sue contraddizioni. La modalità allargata della fase finale consegna infatti un tabellone clamoroso (non certo, almeno stavolta, per colpa dell’Uefa), con tutte le big (di nome) da una parte e le piccole sorprese dall’altra, con le varie Galles, Irlanda del Nord e Ungheria passate in pochi anni dal lottare per una risicata vittoria con Andorra all’avere serie possibilità di avvicinare la finale dello Stade de France.

Ha avuto dell’incredibile l’incertezza regnante nel gruppo F, in cui la Nazionale magiara è riuscita nell’impresa di conquistare il primo posto con appena 5 punti in cascina. Da epica del calcio la sfida con il Portogallo: di certo un match da non far vedere nelle scuole calcio visti i tanti errori di due difese non irreprensibili. Tre volte sotto, tre volti fuori da Euro 2016, i lusitani sono riusciti a rimontare il gol di Gera e la doppietta del re delle deviazioni Balazs Dzsudszak, nome impronunciabile come imparabili sono risultati i tiri da fuori per un Rui Patricio versione Van Der Sar ai tempi della Juve. Per fortuna di Fernando Santos, però, un certo Cristiano Ronaldo ha deciso di scendere in campo per davvero e tornare a fare il fenomeno: assist a Nani, gol di tacco e testata da puro nueve per consegnare la qualificazione alla Seleçao.

La vera impresa del giorno è però quella dell‘Islanda, che conquista la prima vittoria in un grande torneo della sua storia e centra il passaggio del turno al suo esordio europeo. La più piccola nazione della rassegna continentale, fino ad oggi conosciuta solo per i suoi vulcani e le sue terme, vince il premio di sorpresa numero 1 battendo l’Austria 2-1 con i gol Bodvarsson e Traustason. Inutile invece la marcatura austriaca di Schopf, anche perché il compagno di maglia Dragovic aveva fallito un rigore pochi minuti prima. Chissà se a Vienna e dintorni staranno maledicendo il Ranking Fifa (in cui l’Austria era addirittura decima!) che li ha fatto tanto illudere di poter passare agevolmente un raggruppamento privo di poteri forti.

Da una delusione all’altra, dall’Austria alla Svezia. I gialloblù si iscrivono di diritto all’albo delle formazioni più sopravvalutate concludendo con un punto nel girone E, anche a causa del poco contributo del gigante da campionato (e pollicino in Coppa) Ibrahimovic. L’attaccante di origine bosniaca si congeda dai colori della Nazionale svedese con un’altra prova opaca, fatta di tanti tentativi di colpi di tacco e poca sostanza. Quella ce l’ha messa un Belgio meno scintillante del solito, ma capace di colpire nel finale con un gol di Nainggolan che ha spedito l’undici di Wilmots dalla parte giusta del tabellone, dove solo Ungheria, Galles e Irlanda del Nord lo separano dalla finalissima.

Perché chiudere il girone a punteggio pieno quando tutti gli altri hanno annaspato in almeno un match su tre? E’ questa la domanda che deve essersi posto Antonio Conte prima del discorso pre-gara con l‘Irlanda. Risultato: i ragazzi dell’isola di smeraldo erano vogliosi dei tre punti come i loro folkloristici tifosi di birra e hanno combattuto fino all’ultimo secondo, trovando il gol della vita con il piccolo Brady, infilatosi tra le maglie dei giganti Bonucci e Sirigu. Di contro, l’Italia dimostra ancora una volta che senza grossi stimoli si scioglie come neve al sole. Ci teniamo a rincuorare chi dalla Turchia (eliminata a causa del successo irlandese) grida al biscotto. Non c’era alcun accordo, d’altronde le tre vittorie sulle ultime 7 mila amichevoli giocate dagli Azzurri parlano da sé. Ora però è tempo di svegliarsi (fate piano con Thiago Motta, viene da un lungo sonno), perché con gli spagnoli di friendly non ci sarà nulla.